Nel post di ieri ti ho introdotto a Mailchimp un servizio gratuito di e-mail marketing che può rendere tremendamente efficaci le tue newsletter e campagne e-mail, sia che tu lo impieghi per la comunicazione istituzionale che per il fundraising.
Ma ora, diciamocelo chiaro e tondo: imparare da zero a usare un nuovo strumento, per quanto potente, ti conviene? Nel caso di Mailchimp, io credo di si. Regredire a scimmia, insomma passare a Mailchimp 🙂 ti conviene eccome! In questo post ti elenco diversi buoni motivi tecnici e strategici per cui ne vale la pena (e se arrivi in fondo al post c’è anche una piccola chicca…)
Da professionista o volontario della raccolta fondi (fundraiser interno o consulente per il fundraising che tu sia), sicuramente ti sei trovato a occuparti della comunicazione online di una piccola o media organizzazione non profit. Ancora più precisamente, a lanciare newsletter e campagne via e-mail. L’e-mail è un’invenzione strepitosa e rivoluzionaria. Ma “la potenza è nulla senza controllo“. L’e-mail ‘non costa niente’ (NB: falso! Dove lo mettiamo, almeno, il costo orario persona di chi le scrive?): per questo in certe piccole organizzazioni non profit quasi sostituisce l’invio di comunicazioni cartacee. Ma tu che in queste piccole onp ti occupi dell’e-mailing, ti sarai fatto due domande:
come faccio a sapere con certezza se le e-mail che invio vengono lette? (cioè, se sto buttando via tempo oppure no)
come faccio a costruire newsletter e campagne e-mail belle anche graficamente, come quelle che mi inviano ActionAid, Wwf, ecc?
Gioisci: la soluzione esiste ed è pure gratuita! Ti esalterà infatti sapere che a tua disposizione c’è un servizio di e-mail marketing fantastico
Come spesso accade, in queste cose il mondo anglosassone é avanti *** (ma poi leggi la nota a fine articolo!): cercando “online giving”, “give online”, “online fundraising” e via dicendo, la serp di Google restituisce una bella varietà di siti che permettono alle organizzazioni non profit di chiedere donazioni online e ai donatori di contribuire alle buone cause, a fronte di una commissione sulla transazione.
Caratteristica che rende il servizio ‘supporter friendly’: chiunque, previa registrazione, non solo e non tanto può fare la sua donazione, ma anche fare il “personal fundraiser”, insomma metterci la faccia e coinvolgere la propria rete di conoscenti in una minicampagna di raccolta fondi. Non solo chiedendo denaro, ma anche proponendo la firma di una petizione, l’adesione ad un appello…
Ma in Italia che servizi abbiamo per raccogliere donazioni online e fare i personal fundraiser?
In questo articolo trovi la lista di tutti quelli attivi ad oggi: la condivido con te perché se leggi FundraisingKmZero, allora molto probabilmente hai una buona causa da sostenere e avere degli strumenti a portata di mano é fondamentale! 😉