Articolo della chef du fund Roxana Olariu. Grazie!
Vi è mai capitato di pensare al Fundraising per la cultura? Il primo pensiero probabilmente si rivolge automaticamente alla difficoltà.
E vi è mai capitato di pensare o sperimentare il Fundraising per la cultura in epoca Covid? Impossibile, starete pensando.
Ebbene, passeggiando per i corridoi dei Musei Reali di Torino, potreste casualmente imbattervi in un dipinto (dalle notevoli dimensioni) restaurato proprio in epoca Covid e proprio grazie a un’azione di Fundraising. Si tratta dell’opera Amedeo VI presenta a Urbano V il patriarca di Costantinopoli (1848) del pittore livornese Tommaso Gazzarrini.
Vi stiamo raccontando dell’impresa di un gruppo di giovani che hanno contribuito a restituire alla cittadinanza l’ultimo dipinto (di quattro totali) mancante nella Galleria della Sindone di Palazzo Reale a Torino, assente sin dall’incendio del 1997 che ne distrusse gran parte delle opere.
E stiamo parlando per l’esattezza di un’impresa realizzata grazie a un’azione di Fundraising Mix.
L’obiettivo inizialmente ambito era piuttosto basso, più una sperimentazione che una vera attività di crowdfunding. La somma desiderata in prima battuta si limitava a 3.000€. La risposta della cittadinanza ha avuto un incredibile impatto permettendo di rilanciare fino al raggiungimento dei 13.411€ sulla piattaforma di Rete del Dono.
15.000 € era la cifra prevista per il completamento del restauro, ma la somma finale ha superato i 18.000€. L’intervento di Borsa Italiana e il rispettivo contributo straordinario con la modalità Art Bonus di 5.000€ hanno aiutato a raggiungere e superare la somma necessaria, andando così a coprire costi di struttura e spese impreviste.
Il Fundraising e la Pubblica Amministrazione
Le difficoltà riscontrate non sono state poche.
In primo luogo, i Musei Reali sono un ente appartenente alla Pubblica Amministrazione e questo fattore ha proprio reso complessa anche la possibilità di appoggiarsi a una piattaforma per poter dare vita alla campagna. Problema risolto.
In che modo? Affidando la campagna a un Rotary Club, il Rotary Club Torino Palazzo Reale, per l’esattezza, che si è fatto promotore della raccolta.
Un ente esterno quindi, che ha poi riversato la quota raccolta ai Musei Reali.
Che cosa ne hanno fatto loro?
Hanno ristrutturato interamente il quadro, restituendolo alla cittadinanza, ringraziando. E’ possibile infatti visitare e visionare il dipinto che si presenta accompagnato da un totem sul quale sono stati indicati uno per uno i nomi dei donatori che hanno contribuito a riportarlo al suo posto.
I donatori che hanno contribuito a far diventare il Grande Assente presente.
Che cosa abbiamo imparato
Per saperne di più è possibile scaricare l’Opuscolo Il ritorno del Grande Assente oppure consultare la piattaforma Rete del Dono, Il Grande Assente.
La raccolta fondi è stata ideata e realizzata da un gruppo di giovani parte del programma Talenti per il Fundraising promosso dalla Fondazione CRT, in collaborazione con il Rotary Club Torino Palazzo Reale.
Clicca qui per scaricare l’opuscolo